Autostrade al sorgere del sole
Cammino lungo la strada, solo, il sole sta per sorgere sul mare e tutto si schiarisce.
Cammino, e mi chiedo come cazzo ci sia finito a più di 100 km da casa, che poche ore prima ero a seduto tranquillo davanti al mio pc.
Cammino sulla strada che porta verso Alassio, e cerco la macchina che ho parcheggiato la sera prima, non la trovo, per alcuni istanti penso che me la abbiano rubata, mi sale l'ansia e cammino più svelto.
Cammino, guardo il mare e sono solo, vorrei tanto che lei fosse con me, per dividere questi momenti, vorrei stare con lei e abbracciarla forte, ma a quest'ora sta dormendo a centinaia di km di distanza.
Tutta la notte che mi sento fuori posto, in mezzo a tanta gente che spinge, beve e urla, mentre io non sono preso da questa follia che rapisce tutti, proprio non ci riesco, mi vola un reggiseno di pizzo nero in testa, forse dovrei bere per capire anche io come funziona il gioco, ma non sono il tipo, poi con le medicine non me la sento, so che al ritorno sarò responsabile di altre vita, non voglio giocare a questo gioco.
Mentre ero seduto su un divanetto, una ragazza mi si era seduta a fianco piangendo, forse non tutti erano così felici lì dentro come volevano apparire.
Le 4 frecce lampeggiano sulla macchina al bordo della strada, sulla mia macchina, chi avevo seduto a fianco sta sboccando l'anima piegato in due, oltre la carreggiata.
Voglio andare, voglio tornare a casa, voglio guidare nell'autostrada deserta mentre i primi raggi di sole mi trafiggono gli occhi stanchi per la notte passata, ma ogni 100 metri siamo fermi, perchè la gente si ostina a bere fin quando non sta male, mai saprò spiegarmelo.
Nell'autogrill le voci si mischiano, capto qualche parola di francese, qualcosa di italiano, qualcosa di non so, voglio solo una fottutissima bottiglietta d'acqua per il moribondo, ma c'è coda, sempre in coda, è da ieri sera che faccio code ovunque: per strada, per entrare nel locale, per uscire....
Finalmente sono a casa, ma non dormo, ho voglia di bloggare un po', poi farò colazione e forse mi assopirò per qualche tempo.
Sara dorme ancora, me la immagino nel suo lettino, il suo respiro caldo sul cuscino, teneramente avvolta tra le candide lenzuola.
Cammino, e mi chiedo come cazzo ci sia finito a più di 100 km da casa, che poche ore prima ero a seduto tranquillo davanti al mio pc.
Cammino sulla strada che porta verso Alassio, e cerco la macchina che ho parcheggiato la sera prima, non la trovo, per alcuni istanti penso che me la abbiano rubata, mi sale l'ansia e cammino più svelto.
Cammino, guardo il mare e sono solo, vorrei tanto che lei fosse con me, per dividere questi momenti, vorrei stare con lei e abbracciarla forte, ma a quest'ora sta dormendo a centinaia di km di distanza.
Tutta la notte che mi sento fuori posto, in mezzo a tanta gente che spinge, beve e urla, mentre io non sono preso da questa follia che rapisce tutti, proprio non ci riesco, mi vola un reggiseno di pizzo nero in testa, forse dovrei bere per capire anche io come funziona il gioco, ma non sono il tipo, poi con le medicine non me la sento, so che al ritorno sarò responsabile di altre vita, non voglio giocare a questo gioco.
Mentre ero seduto su un divanetto, una ragazza mi si era seduta a fianco piangendo, forse non tutti erano così felici lì dentro come volevano apparire.
Le 4 frecce lampeggiano sulla macchina al bordo della strada, sulla mia macchina, chi avevo seduto a fianco sta sboccando l'anima piegato in due, oltre la carreggiata.
Voglio andare, voglio tornare a casa, voglio guidare nell'autostrada deserta mentre i primi raggi di sole mi trafiggono gli occhi stanchi per la notte passata, ma ogni 100 metri siamo fermi, perchè la gente si ostina a bere fin quando non sta male, mai saprò spiegarmelo.
Nell'autogrill le voci si mischiano, capto qualche parola di francese, qualcosa di italiano, qualcosa di non so, voglio solo una fottutissima bottiglietta d'acqua per il moribondo, ma c'è coda, sempre in coda, è da ieri sera che faccio code ovunque: per strada, per entrare nel locale, per uscire....
Finalmente sono a casa, ma non dormo, ho voglia di bloggare un po', poi farò colazione e forse mi assopirò per qualche tempo.
Sara dorme ancora, me la immagino nel suo lettino, il suo respiro caldo sul cuscino, teneramente avvolta tra le candide lenzuola.
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