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domenica, giugno 08, 2008

Cicilismo Notturno e pioggia

Guardami, picchiami pure, schiaffeggiami, strozzami, non avrai mai le chiavi, mi hai tolto la macchina, ma non mi proibirai mai di usare la bicicletta, anche se è notte.
Il letto si è rotto, non è colpa mia, non avrei mai voluto una colluttazione, ma se proprio non se ne puo fare a meno, ma le mani le ho sempre tenute a posto, non ho reagito, al massimo mi sono dimenato.
Ho gonfiato le gomme, ho messo il giubbetto impermeabile e sono uscito nella pioggia e nella notte, ho pedalato fino al concerto, ho lasciato il portafoglio coi documenti a casa, questa notte non ero nessuno, non volevo essere qualcuno.
Il cambio rotto, si sarà rotto da solo, non la montavo da quando ero andato a vedere una tappa del giro d'italia e avevo forato.
Ho ritrovato gli amici, finito tutto ha smesso di piovere, allora ho continuato a pedalare fino al pub che non frequentavo da tempo, come sembrava piu corta la strada fatta tutti i mesi scorsi con la macchina, quanti odori che non avevo mai sentito, quanto silenzio attorno, pedalo, pedalo nella notte, vorrei prendere l'autostrada e fare i 200 km che mi separano da te, tu che come me stai male, tu che come me hai tante persone contro, a cui non va mai bene niente, la mente è occupata dai pensieri, il tempo non esiste, le distanze non esistono.
Non sono incazzato, a ogni pedalata la mente si sfoga, non sento la fatica, non sento il sonno, ho solo voglia di andare, di muovermi grazie al mio corpo, mi compiaccio del fatto che mi sto muovendo senza contribuire alla guerra, e vorrei mandare a fanculo tutti quelli che mi passano a fianco con la macchina e bruciano petrolio, assassini come me, diffusori di cancro e promotore di guerra, ogni volta che uso la macchina.
Pioggia ti adoro, ogni volta dai l'illusione di lavare quello che ci sta attorno, come una grande doccia, che cancella le impurità e alleggerisce gli animi dalle colpe, ma è pura illusione, non voglio un ombrello, voglio correre nella pioggia, voglio che mi bagni il viso, mi hanno fatto credere che mi devo difendere da te, che sei pericolosa, che mi provochi le malattie, influenza e raffreddore, ma io non ci credo, per anni sei stata invocata dai popoli, non mi voglio difendere da te.
Voglio che mi abbracci, voglio riempirmi del tuo suono che ricerco stando seduto talvolta sul fondo della doccia, il suono delle gocce su una tettoia in agosto.
Questa notte sono tornato a vivere, vaffanculo, cazzo ero vivo, ero libero....

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