Varcato il cancello
il corto tunnell conduceva al cancello, di fianco al citifono c'era scritto "Psichiatria", oltre il cancello sguardi fissi nel vuoto di chi si trascina dietro il grosso peso dell'esistere.
Le tavole di rorschach mi inquietano non poco, mi sento aggredito da alcune di quelle macchie di inchiostro inanimate, le mie parole diventano intere pagine sotto le mani di chi ha fatto della sofferenza umana il proprio mestiere.
Dopo poche ore sono solo, sdraiato su un lettino con la testa bloccata e gli occhi chiusi, sento solo il battito del mio cuore e le ventole di quel grosso scanner per umani che chiamano tac.
Quanta fatica dobbiamo fare certe volte per tentare di riuscire a capire chi siamo.
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Le tavole di rorschach mi inquietano non poco, mi sento aggredito da alcune di quelle macchie di inchiostro inanimate, le mie parole diventano intere pagine sotto le mani di chi ha fatto della sofferenza umana il proprio mestiere.
Dopo poche ore sono solo, sdraiato su un lettino con la testa bloccata e gli occhi chiusi, sento solo il battito del mio cuore e le ventole di quel grosso scanner per umani che chiamano tac.
Quanta fatica dobbiamo fare certe volte per tentare di riuscire a capire chi siamo.
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