Diario di un grafico, una vita tra i due mondi

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martedì, ottobre 31, 2006

Impregnati del passato

L'uomo è una spugna, che assorbe ciò che tocca, ogni tanto si strizza vicino agli altri di modo che tutti possano godere della magnificenza del vivere, delle bellezze e delle atrocità.
Qualcuno assorbe tutto, e inspiegabilmente appare più arido di un deserto, una pianta grassa che non si lascia strizzare.
Qualcuno si strizza da solo in continuazione, e dopo un po' si è svuotato di tutto ciò che conteneva.
Me ne stavo in piazza alcune ore fa, e si parlava tra amici di strumenti musicali, qualcuno aveva avuto l'onore di suonare con Gaber e Mina; ebbene si alcuni dei miei amici sono forse un pochino datati.....ma sono le persone piu belle, quelle che hanno assorbito per tutta una vita, e rilasciano pensieri e parole, poco a poco, sorprendendo sempre.

A proposito, sto giusto ascoltando in cuffia "Pensieri e Parole", fissando assorto la lampada alogena da pochi watt che illumina il mixer, e penso che il mondo è una merda perchè oramai più nessuno ha le palle di morire per onestà, come forse avrebbe fatto battisti, a sentire le parole della sua canzone, piuttosto vive nella menzogna.
Sempre più di rado le generazioni si parlano, c'è una specie di integralismo generazionale, alcune persone vivono come i propri "simili coetanei", non interessandosi alle altre realtà, soprattutto le ultimissime.
Erroneamente si è sempre detto che la generazione dopo quella in cui si è vissuto era peggio, perchè è sempre sembrato che i nuovi venuti al mondo, vivessero una vita insipida, e scorretta.
Chissà cosa pensava un padre del 900 che sorprendeva il figlio ad ascoltare i primi vinili rock, forse "mio figlio è un deviato o un malato di mente", stessa cosa che pensò mio padre sorprendendomi ad ascoltare "Strange kind of woman" dei deep purple, che mi disse " ma chi è questo che urla come una gallina?, speriamo che qualcheduno gli tiri il collo".
Si è sempre pensato male, c'è bisogno di cambiamento, anche se crescendo diventiamo tutti conservatori delle nostre idee che ci hanno accompagnato per tutta la vita, e delle nostre abitudini.
In questo momento trovo dannatamente insipida e disgustosa, la vita di tantissime generazioni nate dopo di me, non trovo quasi nulla di buono, la società sta decadendo, si è perso spesso il concetto dello stare assieme, e la discoteca invece di essere un puro intrattenimento, sta dando vita oramai da tempo, alla diffusione di musica di consumo usa e getta, che i giovani erroneamente recepiscono come musica da ascolto, senza rendersi conto che la musica da discoteca, non è altro che l'evoluzione dei tamburi che suonano alle feste africane per dare ritmo alla danza.
La società decade, se la storia ci ha insegnato qualcosa prima o poi scoppierà una nuova rivoluzione, forse ci sarà nuovamente una dittatura, visto che in questi anni si è dimostrato che la democrazia non funziona praticamente ma solo teoricamente, il disagio aumenta sempre di più davanti ai nostri occhi, la gente esplode, impazzisce, protesta.
Quanto resisteremo ancora ?


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domenica, ottobre 29, 2006

Serata frammentata

Sempre più giornate diventano frammenti di piccole cose, quante serate diventano dei puzzle, la stanchezza che mi perseguita, anche se non so cosa la procura, fa sempre si che io mi senta protagonista di un sogno.
La nonna compie gli anni, bevo qualche bicchiere ed esco in macchina, poco dopo alcuni attori stanno recitando davanti a me una novella di Pirandello, alcuni passi sono davvero profondi: "Perché, caro signore, non sappiamo da che cosa sia fatto, ma c'è, c'è, ce lo sentiamo tutti qua, come un'angoscia nella gola, il gusto della vita, che non si soddisfa mai, che non si può mai soddisfare, perché la vita, nell'atto stesso che la viviamo, è cosi sempre ingorda di se stessa, che non si lascia assaporare. I1 sapore è nel passato, che ci rimane vivo dentro. I1 gusto della vita ci viene di là, dai ricordi che ci tengono legati. Ma legati a che cosa? A questa sciocchezza qua... a queste noje... a tante stupide illusioni... insulse occupazioni... Sì, sì. Questa che ora qua è una sciocchezza... questa che ora qua è una noja... e arrivo finanche a dire, questa che ora è per noi una sventura, una vera sventura... sissignori, a distanza di quattro, cinque, dieci anni, chi sa che sapore acquisterà... che gusto, queste lagrime... E la vita, perdio, al solo pensiero di perderla... specialmente quando si sa che è questione di giorni.".

Chiudo gli occhi.
Apro gli occhi, sono in un pub, parlo con un po di gente, gioco a biliardo, bevo tanta acqua perchè mi sento un macigno sullo stomaco. Chiudo gli occi.
Apro gli occhi..e sono in un Autogrill, pur non avendo preso l'autostrada, sono con tanta gente, abbiamo unito i tavolini e ridiamo e scherziamo, mi calo 3 Pocket cofee, che mi danno la botta del caffè e il mal di pancia del cioccolato.Chiudo gli occhi.
Sto guidando, smell like teen Spirit suona a bomba, e ho in corpo 3 pocket coffe, non capisco come sia possibile che mi viene da dormire, riapro gli occhi che forse è meglio.
Dopo poco mi ritrovo in una Twingo, a parlare degli argomenti piu disparati, si va da Pirandello, alla costruzione delle moschee in città.
E' tardi, me ne andrò a mettere indietro qualche orologio, Morfeo prendimi tra le tue braccia e non lasciarmi mai più.


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domenica, ottobre 22, 2006

Se sei un duro usa Firefox non Internet Explorer.

Questo non è un blog di cose tecniche, ma questo è un argomento che mi sta particolarmente a cuore, visto che influisce sul mio lavoro.
Mi ritrovo spesso a sentire di amici che si ritrovano durante l'utilizzo del pc connesso a internet, bombardati da finestre di popup dal contenuto fallico o cose similari, che poi sono quasi sempre i soliti spyware e malware che girano nei computer, allora chiedo sempre quale browser stiano utilizzando, e tutti rispondono Internet Explorer, tecnicamente non so spiegarlo ma da uno studio empirico, chi utilizza browser alternativi come Firefox o Opera, è meno soggetto a questo tipo di infezioni, c'è anche da dire che siccome IE è il browser piu diffuso, se qualcuno deve scrivere un codice dannnoso, lo fa per lui visto che ha più possibilità di fare vittime.

Usare un browser solamente perchè ce lo danno col pc è folle, quando bastano pochi secondi per scaricare Firefox da http://www.mozillaitalia.it/archive/index.html#p1 che oltre a essere gratuito, permette una più confortevole e sicura navigazione.
In questi giorni, dopo anni di attesa e menefreghismo microsoft, è uscito Internet explorer 7 in inglese, e dopo neanche 24 ore era già uscita la prima falla di sicurezza del software, per non parlare del sistema ClearType che crea sfocature sui testi, inducendo a pensare che si possano avere problemi alla scheda video, da quanto di è detto in giro, e dai primi test, pare proprio che anche questa versione non sia in grado di raggiungere le prestazioni e il rispetto degli standard di Firefox.
Veniamo alla lista dei motivi per il quale installare Firefox e installarlo a tutti i conoscienti, lasciando internet explorer solamente per fare gli aggiornamenti di Windows update:

Firefox vuol dire: open source non retribuito, quindi lavorare col cuore, non per i soldi.
Firefox vuol dire: "Microsoft Fottiti, non sei stata in grado di fare un browser decente, anche dopo aver aderito a W3C, costringendoci a scriverne uno e a divulgarlo gratuitamente, per dimostrare a tutti che chi ha i soldi ne vuole sempre di più, senza pensare alla qualità dei prodotti."
Firefox vuol dire: Navigare veloci e sicuri, su un software aggiornato spessissimo, e supportato da una grossa comunità di sviluppatori in tutto il mondo, che ogni giorno continuano a migliorarlo, facendo sì che sia sempre più veloce a leggere e renderizzare i codici html e javascript delle pagine.
Firefox vuol dire: Non diventerò pazzo ad avere una finestra aperta per ogni sito che voglio tenere visualizzato, con conseguente spreco di risorse del sistema, ma potrò usare le pratiche schede per vedere i siti nella stessa finestra e passare da uno all'altro con un click, e potrò organizzare i miei segnalibri in modo facile e veloce, e se qualche funzionalità non c'è, la installerò grazie alle centinaia di estensioni disponibili.
Firefox vuol dire: Sto utilizzando lo stesso browser su cui vengono sviluppati i siti dai professionisti, quindi sarò sicuro che guardo un moderno sito web scritto da personale competente, lo vedrò esattamente come è stato progettato senza problemi.
Firefox vuol dire: Rispetto per la gente che lavora nel web design, che deve farsi in 4 per fare funzionare correttamente un sito su un browser osoleto come internet explorer, solamente perchè alcuni testoni continuano ad usarlo.
Firefox vuol dire: Scelgo un prodotto standard, che gira su tutti i computer e tutti i sistemi operativi, e ce n'è una sola versione che si auto-aggiorna all'avvio, non come internet explorer, che può essere 5, 6 o 7.
Firefox vuol dire: Parteciperò ad uno dei pochi fenomeni di massa che non è una stupida moda, ma una scelta concreta per migliorare la qualità del mondo nel quale viviamo.

Se dopo aver letto tutto questo, stai continuando ad usare internet explorer, possa Dio avere pietà di te :D



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sabato, ottobre 21, 2006

Correre per la Città

Notte di lavoro, al mattino recupero, mi sveglio, mangio e lavoro, faccio sta vita da non sò quanto tempo, qualcuno potrebbe pensare che sia sull'orlo di una crisi di nervi, invece, sono talmente soddisfatto dei miei risultati, che sono pieno di me, non ho fatto grandi opere, ma nel mio piccolo sono felice, anche se un poco stordito.
Parto in missione, devo andare a ritirare una fattura e comprare le corde della chitarra, ma di quelle buone.

Decido che ci voglio mettere il minor tempo possibile ad andare e tornare, secondo i miei calcoli, in un' ora e mezza, posso farcela.
Esco, cammino veloce, i pantaloni cascano, ma non posso tornare in casa a prendere la cintura, corro, sono in anticipo il treno deve ancora arrivare.
Mi sento leggero, di solito viaggio con in mano svariati kg di portatile, e al collo la macchina fotografica, e a volte anche un obiettivo, ma sta volta sono mi sento più leggero dell'aria, stupenda senzazione.
In centro cammino, conto i passi, per capire finalmente quale percorso è il più breve, per conpiere una certa distanza in linea d'aria, ma a svariate centinaia di passi perdo il conto.
Uscito dal metrò la gente è stanca, pare quasi trascinarsi, io invece salgo le scale correndo, mi sento pieno di energia, continuo a correre, voglio prendere il treno delle sei per tornare indietro.
In negozio cerco di fare in fretta, ma all'ultimo mi mostrano un catalogo di mixer professionali, discuto un poco, mancano oramai più 10 minuti alle diciotto, il treno pare perso.
Esco di corsa, parte la sfida, resa ancora più difficile dai pantaloni che fanno di tutto per lasciarsi andare alla forza di gravità.
Mi lancio per i vicoli, la gente è un ostacolo tremendo, fa rallentare, faccio la ginkana tra i bipedi come fossero birilli, mi butto verso lato mare, impossibile proseguire di quà.
Il sole sta tramontando, il cielo è velato di nuvole bianche sottili su sfondo rossastro sopra alle navi nel porto, per strada c'è traffico, i rientri dal lavoro creano ingorghi un pò ovunque, ma a me non interessa sono a piedi, e nessuno potrà fermarmi, ho il mezzo di trasporto più veloce ed economico del momento, le mie gambe.
Corro, non sento stanchezza, dopo ore e ore di costrizione a stare seduto, correre è la cosa più bella che ci possa essere, alterno marciapiedi ad asfalto, il caldo comincia a farsi sentire.
Corro, corro sempre, attraverso tantissime nazioni, ogni tanto varco un confine.
Eccomi ora in Equador, ora in Cina, ora in Senegal, ora In Marocco, tante voci per pochi attimi, arrivo al mercatino cinese, salto in mezzo alla strada, l'ape che sopraggiunge ha capito chi sono, si scosta, corro sempre, ma non mi manca mai il fiato, e non capisco come sia possibile.
Corro, corro sempre, sono oramai le sei, nella piazza della commenda, il raduno serale del Marocco è oramai al completo, ora sono davvero in terra straniera, sono l'unico turista che osa avventurarsi a quest'ora per questi lidi, solamente un negoziante fa capolino alla latteria, proseguo e corro sempre più forte, colto da un poco di xenofobia, ho paura che da un momento all'altro qualcuno mi si pari davanti.
Sono gli ultimi metri, attraverso la strada piena di macchina in movimento, tanto sono alto e nessuno può investirmi con la scusa di non avermi visto, prendo i grissini omaggio al volo che distribuiscono all'entrata della stazione, ma il treno è partito da poco.
Ho Fallito !
Attendo ancora per un prossimo treno, salgo, accaldato con mezzo litro di minerale che sto bevendo avidamente fino all'ultima goccia, tante facce nuove che non ho mai visto, in nessuna carrozza trovo conoscenti, ho smesso di vivere la vita nel mondo da così tanto tempo che non conosco più nessuno ?
Rimango in piedi, non amo sedermi accanto agli sconosciuti, sto bene, correndo mi sentivo invincibile, irraggiungibile, guardo fuori dal finestrino, anche fuori non mi sembra lo stesso paesaggio di sempre, forse è ora che io scenda....e che cambi qualcosa.
Avevo semplicemente sbagliato treno.


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mercoledì, ottobre 18, 2006

Sprofondare nella bratta...Atto primo

Ore 4:22 - Stato d'animo: Incoscientemente Felice.

La bratta in liguria è il fango, o anche le scorie della caffettiera nucleare dopo l'uso.
Masini dice in Vaffanculo: Io non voglio insegnarti la vita, perchè ogniuno la imapra da se.
Credo sia veramente importante, prenderlo dietro nella vita, anche in un self-fuck se così possiamo definirlo, restare fregati ci rende più attenti, rimanere fregati da soli, ci rende più consapevoli dei nostri limiti che dobbiamo superare.
Mi ritrovo ad aver lavorato su un progetto, e ad aver pagato qualcuno che mi stava sotto, non segnalando la cosa tempestivamente allo stato, inoltre a causa mia per miei ritardi, da sù non ho ancora ricevuto dinero.

In sostanza, mi ritrovo con una multa da pagare, per non aver pagato in tempo le tasse che avrei dovuto versare per conto di chi mi stava sotto, mi ritrovo a scoprire che in banca non ho i soldi nè per pagare ciò, ne per pagare la multa che non so di quanto sia, mi ritrovo a scoprire che chi stava sotto di me non andava pagato per complesse questioni, mi ritrovo ad avere due giorni per recuperare i soldi per non andare ancora più a fondo, completando il lavoro rimasto, devo saltare l'università, fare la figura del lavativo in casa, tanto oramai qua dentro la considerazione che hanno di me rappresentata su un grafico, sarebbe un asintoto che tende a zero.
Certo che lavorare come un negro per giorni, troppissime ore, e rimetterci pure, è una cosa che solo io potevo riuscire a fare, ogni tanto qualcuno mi chiede quanto guadagno al mese...io mi invento delle cifre a caso, o dico che non è quantificabile, non posso raccontare che tra riparazioni al computer rotto e investimenti in materiale, sto andando sotto.
Sogni buttati nel cassetto, volevo solamente comprarmi un microfono e un mixer per fare dell'home recording, non pretendevo una vacanza in un posto da sogno, una bella figa, o una moto, volevo avere abbastanza soldi per potere registrarmi in casa in modo decente quando suono con la chitarra.
Da quando studio e lavoro, pare che in casa valgo ancora di meno, ogni cosa che faccio è una stronzata, ma certe cose mi scivolano sopra, tanto fuori di qua, anche se non entrano gran soldoni a riempire il portafoglio, ci pensano gran complimentoni a riempire l'animo però, che a volte valgono più del denaro, ma non ora.
Basta spese, basta ricariche al cellulare, basta tutto, basta giri in macchina, basta sigarette, ho speso i soldi per pagare le tasse, ora quello che guadagnerò non saranno soldi miei, ma quello che devo allo stato.
Ci sono imprenditori che frodano per miliardi, gente che non sta in galera, il delinquente che mi ha sottratto la macchina e non ha mai pagato il suo debito alla giustizia anche se sapeva il suo nome, non ha mai pagato chi mi ha percosso, non ha mai pagato chi mi ha accusato di vittimismo ingiustificato, non ha mai pagato quella infame azienda finalizzata a delinquere che è Tiscali, per avermi sottratto 300 euro e avermi causato la gastrite, pagherò io per tutti.
Pagherò i miei debiti alla società, per essere troppo buono e ingenuo, pagherò perchè credo nella giustizia, pagherò perchè dò il cento percento, sarò quello che sono, sodomizzato urlerò di gioia: "Io sono ioooo, sono pazzo e felice, e voi siete in tanti in fila indiana che camminate con le spalle al muro, le mutande di ghisa e la faccia di pongo, che modellate a vostro piacimento, io sono io, sono coerente, e se non lo sono, non mi accusate di impocresia, sto solamente cercando di sopravvivere senza soffocarmi da solo."


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lunedì, ottobre 16, 2006

Alla ricerca dela Via dell'amore.

Giorni strani, orari strani, un po' si lavora, un pò si sta con amici.
Sono le 5.03 del mattino, sono stanco ma non ho sonno, non capisco più cosa sia il sonno.
Il sonno è una specie di sveglia al contrario, ti dice che è ora di dormire, ma se l'orologio biologico non funziona più, il sonno non arriva, si avverte un intorpidimento, poi spesso si crolla di colpo, si rimane come un poco sedati.
Non penso più alle donne, ho messo tante cose in secondo piano e non so quasi neanche il perchè, non sono più in grado di amare forse.

Stavo pensando a tutti quei film, dove il protegonista non dorme, e vede cose strane, cammina storto, come il film che ho visto prima, "l'insonne" mi pare si chiamasse, sto uomo ossessionato da un gabinetto otturato nel quale ha gettato la moglie a pezzettini, cazzo prima che sono andato a orinare avevo paura che spuntasse a galleggiare qualche arto umano, come quando quel pomeriggio in cui guardai "donnie darko" che vedevo "conigli mostro giganti" ovunque.
La giornata è a intervalli di lucidità e fotogrammi persi.
Apro gli occhi di Domenica, c'è il sole e mangio, chiudo gli occhi.
Apro gli occhi, sono su mappy a cercare come arrivare in un posto, per andare a trovare un amico, il sistema informatico pretende che io passi per "Via dell'amore", controllo la piantina, ma non mi risulta questa deviazione, anche le indicazioni mi appaiono confuse, sono convinto mi stia prendendo in giro, neanche l'informatica mi rispetta più, chiudo gli occhi.
Riapro gli occhi, sto sorpassando, ho freddo ma ho il finestrino tirato giù, mi brucia un poco la gola, sono passati i primi 20km, mi guardo attorno, ma non trovo questa dannata via, proseguo per altri dieci...chiudo gli occhi.
Apro gli occhi, comincio a chiedere ad ogni anziano che vedo per strada, come arrivare alla mia destinazione, che oramai non è più via dell'amore, ma la vera meta finale del viaggio.
Prima avevo incrociato una suora, avrei potuto chiedere a lei di questa famigerata via, ma avevo tirato dritto.
A che serve un navigatore satellitare, buttate via quelle schifezze, il bello di viaggiare è chiedere alle persone per strada, come ho fatto più volte io oggi.
Ed è grazie ai consigli degli anziani a braccietto che ho incontrato ai bordi delle strade di campagna, che sono riuscito ad allungare il tragitto di svariati km, perchè mi hanno fatto fare il giro dell'oca, invece di girare a sinistra e fare qualche curva, mi hanno mandato a destra, forse la mia domanda era mal posta, così ho potuto ammirare gli sterminati vigneti, quando il sole era già basso, sulle note di un moderno blues di Paolo Bonfanti, uno dei pochi cd originali che ho, allbum Gamblers, canzone "Hands of a gambler".
Io colgo sempre queste metafore della vita: "Per raggiungere la tua meta, non sempre seguire la strada più breve ti darà la stessa gioia di sbagliare e fare la strada più lunga".




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domenica, ottobre 08, 2006

La lumaca lascia il guscio.

Ore 4:54, avevo deciso di non raccontare fatti di vita privata nel blog, in quanto credo che sia inutile fare conoscere a tutti cosa facciamo nelle nostre giornate, anche perchè più o meno facciamo tutti le stesse cose, questa volta però è diverso, poi io ho un modo tutto mio di raccontare :D.
Ieri mattina, non ricordo a che orario assurdo stavo scrivendo le cose sulla fantasia, ma mentre le scrivevo, già sapevo che non sarei riuscito ad alzarmi ad un ora decente, e avrei spento la sveglia, nonostante i buoni propositi, il mattino dopo.

Così mi ritrovo desto, alle 14:00 di un sabato pomeriggio, il telefono squilla e parlo in pigiama per più di un ora, alle 3:30 riesco a mangiare una porzione abbondante di pasta fresca e pollo arrosto.
Ciò che accade dopo è un messeggio su messenger e una telefonata.
Mi ritrovo così in macchina con un amico al volante e due sconosciuti, l'autostrada corre veloce, quello che ho mangiato tenta a tutti i costi di tornare sù.
Ad un tratto, ti accorgi che stai cambiando aria, in tutti i sensi; c'è puzza di marcio e nessuno ha quagliato, tiri giù i finestrini ed è peggio, tralaltro facendo effetto vela si consuma pure più benzina, i nomi delle località cominciano a finire in ATE, avverti che il Polo Nord è più vicino, già senti il freddo, e cominci a sentirti terrone.
Monsieur et madames, Benvenuti a Milano, il paese di Cochi e Renato.
Qualche ora prima stavo dormendo, ora mi ritrovo a più di 100km da casa, sono più di 10 anni che non vedo Milano, la gioia più grande che mi ha dato questa città, è stata quella di farmi apprezzare quanto è bella la mia.
MI viene in mente quando ad una conferenza Luca Bizzarri disse: "Per necessità devo passare la settimana a Milano, ed è quando torno che capisco come mai sia così bella Genova".
Credevo di sentirmi molto più spaesato, mi immaginavo grande fermento e caos, ma lo ho trovato solo per strada, mai visto degli autisti così nervosi e dal clacson così facile.
La sera non c'è luce, le cose appaiono molto cupe, la prima cosa vista degna di nota è l'università Bocconi, che da fuori, mi è apparsa di una tristezza immensa, sarà anche una scuola di prestigio, ma manco se mi pagassero mi rinchiuderei svariati anni li dentro.
Non ho mai vissuto la realtà giovanile contemporanea, mi sono fermato un pò di tempo fa.
Eccomi al mio primo happy hour, ci si raduna tutti assieme davanti ad un posto, e si aspettano i ritardatari per entrare, intanto nell'attesa, ammiro dinosauri metallici, che si trascinano per le strade della città, con i loro rantoli di sofferenza dovuti all'età avanzata, e che ogni tanto emettono sonori lampi di luce bluastra, quando per un attimo si staccano dalla vita.
Mi son perso in quei minuti di attesa, ad osservare nuovi e vecchi tram, che avevo visto solo nei film, ed è stato allora che ho sentito di non appartenere a quella realtà, mi trovavo in un luogo in cui le cose non funzionavano come al solito, ho cominciato a tendere le orecchie, per cercare di carpire qualche discorso in dialetto, intercalato dalla ormai celebre parola "Figa", ma attorno a me, passavano solo marocchini (abitanti del Marocco, non i vu Cumprà), e amici che parlavano con svariati accenti, tipo Romano o Siciliano, la cosa mi ha lasciato un pò deluso, avrei voluto che più Milano entrasse in me.
Mi sembrava di essere in una città del sud più che al nord, alcuni si lamentavano di un motorino appena rubato, e si rammaricavano di non esser riusciti a fermare i malviventi, passava gente col casco posato in testa non allacciato col rosso, alcuni attaccabrighe urlavano ai passanti dai finestrini, altri facevano inversione a u all'interno degli incroci, forse ero capitato la sera sbagliata nel posto sbagliato...
Nonostante lo stomaco non volesse, visto che oramai avevo pagato, mi sono preso qualsiasi cosa si potesse ingurgitare, dalla zuppa di farro, alla pasta con il ragù.
Siccome ho cominciato a stare veramente male, sono uscito e ho fatto un paio di telefonate digerenti, a volte parlare al cell rilassa e aiuta più di qualsiasi Citrosodina o Peridon.
Nella strada verso l'automobile, ho notato una bambolina posata su un motorino, come a dire prendimi, subito ho pensato a Unabomber, nessuno mi ha preso sul serio, se domattina a qualche bambino sarà saltata una mano, avrò il piacere di dire a qualcuno: "io l'avevo detto".
Mi sarebbe piaciuto tornare a vedere la zona Duomo come tanti anni fa, ma il viaggio è proseguito verso una nuova meta, che ho sempre evitato per scelta; inoltre dopo questa estate mi ero ripromesso di aumentare la mia già grande ostilità verso questa tipologia di luoghi, vista una brutta esperienza sentimentale, ma non ne ho potuto fare a meno.
Alle 11 mi trovo a scavalcare di prepotenza un cordone, per saltare la coda all'ingresso di una galera a pagamento, ricca dei più svariati strumenti di tortura, da quella acustica a quella visiva.
Mi guardo attorno, solamente i secondini avranno una età superiore o simile alla mia, non si può uscire fino a che il locale non si riempie, altrimenti non sarà consentito rientrare, frittata è fatta, invece che pensare a come divertirmi, moltiplico il costo di entrata per le persone presenti, e giungo alla conclusione che in un ora, sono già entrati svariati stipendi medi di denaro.
Mi guardo attorno, qualcuno avrà 14 anni forse, mi contemplo davanti a uno specchio e mi sento maledettamente vecchio.
Dopo due ore riesco ad acclimatarmi, e mi ritrovo a dimenarmi un poco, ogni tanto chiedevo sottovoce scusa a kurt Cobain e anche ai S.O.A.D., per quello che stavo facendo, ogni tanto cominciavo anche a sorridere alle stronzate sparate dal DJ, che incitava all'amore libero, ma non gli dava retta nessuno, solamente due coppie si baciavano ogni tanto.
Passo un po' di tempo fuori nel piazzale, in camicia a parlare di cagate con un cliente, poi rientro e decido di darmi all'alcool, così ordino un "Sex on the Beach", tradotto è "sesso sulla spiaggia" o anche "Sesso sulla zoccola", dipende da come lo scrivi o pronunci, se poi il sesso in spiaggia lo fai con una zoccola le frasi si equivalgono.
Ma il destino mi protegge da questa tentazione demoniaca, non me lo possono fare perchè è finita la vodka, allora gli dico di farmi un analcolico alla frutta, che mi viene servito in un bicchiere di policarbonato infrangibile, anche qua hanno così poca fiducia in me, che manco mi danno un bicchiere di vetro, per paura che lo rompa.
La serata finisce, ho fatto esperienze nuove, l'autostrada corre, la nebbia bancheggia, torna quell'insopportabile odore di marcio, Ligabue tiene il suo concerto privato sul cruscotto, esibendosi in un "Da adesso in poi", Milano una serata è stata troppo poco forse per capirti, guardo fuori, qualcuno dorme in macchina, piango perchè sono un sentimentalista del cazzo, ma non perchè lascio Milano, è una altra questione privata.
Corriamo nella nebbia, nei fumi di un passato che ci lasciamo alle spalle, che si richiude dietro di noi, ogni tanto qualcuno avanti attacca i retronebbia, è la nostra guida, andiamo un pò più forte, ma poi cambia direzione, e il nostro cuore torna a battere più lento, ogniuno ha la sua via, meglio nella nebbia che nella via di qualcunaltro.


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sabato, ottobre 07, 2006

La Fantasia

Ore 3:43 di un sabato mattina, mi sono appena fatto un trip, con il mio involtino di carta e golden virginia, l'unico tabacco che ogni volta che lo fumi ti da una mazzata, per lo meno a me.
Stavo appoggiato alla finestra e guardavo fuori, contemplando il gelo che si avvicina, e me lo sento entrare dentro nelle ossa, il fumo è molto più denso nell'aria quando fa freddo, guardarlo ti fa pensare, il fumo si dissolve, il tempo non ha più dimensione non scorre, non sai se sei nel passato, nel presente o nel futuro.

Ho cominciato a riflettere su un argomento interessante, ogni tanto penso ad una terminologia, e cerco di descriverla, ad alcune persone se chiedi : "cosa è per te questa parola ?", comincia a rimuginare, e ad emettere suoni gutturali, per poi uscirsene con qualche banalità, o qualche esempio pratico, del tipo "tal cosa è quando.....", io no, so sempre cosa dire, non devo pensare mi esce di getto.
Stavo pensando alla fantasia, tutti han sempre detto che possiedo la Fantasia, innanzitutto la fantasia è una dote, ma in sostanza in cosa consite ?
La fantasia è la capacità, di collegare in un tempo infinitesimo, tutte le informazioni presenti nel cervello in una sequenza più o meno logica, che riesca a non essere ripetitiva e difficilmente eguagliabile, ovvero improvvisare un discorso, o scrivendo un testo, con elementi che una logica comune non inserirebbe, trovando il modo di infilarceli lo stesso, con un collegamento che appaia il meno forzato possibile.
Tale modo di combinare le informazioni, è talmente particolare che è pressochè impossibile che in futuro qualcuno che vuole scrivere o parlare di un tema simile, si ritrovi a dire le stesse cose.
La fantasia è una dote eccezzionale, ti salva dalle situazioni più imbarazzanti, ti permette di salvarti ad una interrogazione per la quale non sai quasi nulla, mentre conosci molte informazioni sugli altri argomenti trattati, ti aiuta a creare scuse verosimili in un baleno allo scopo di far cadere le tue responsabilità su persone, animali e cose, e nel campo artistico ti dà da vivere.
Fantasia è sapersi creare interi film nella propria mente, con personaggi che parlano, interagiscono e si atteggiano, la fantasia associata a una mentalità disturbata, crea nel sonno dei film pazzeschi, ogni notte uno diverso, quello che succede a me, la fantasia michia i generi, trasforma di colpo un sogno horror in uno erotico.
La fantasia decontestualizza, prende persone e cose che non hanno nessuna correlazione, e la crea, fantasia è guardarsi nudi allo specchio e credere di essere una rockstar col pubblico, ed agitarsi fino a quando non si sbatte contro il lavabo e si finisce a terra doloranti.
Fantasia è trovarsi davanti ad un foglio bianco, senza averne paura.


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venerdì, ottobre 06, 2006

Abilitare i riassunti in Blogger...è possibile ?

Molti si saranno chiesti come mai non ci sia possibilità con i Blog di Blogger, di di mostrare nella homepage solamente alcuni trafiletti degli articoli, di modo tale da rimandare alla versione completa tramite un link.
La risposta è semplice, Blogger non è il classico Blog, ma un sistema avanzato, molto personalizzabile, si possono mettere le mani direttamente sul codice, il chè a molti non interesserà, solamente ai più smanettoni.
Ho appena abilitato il sistema di Riassunto degli articoli, e ho messo il link "leggi tutto" per ragguingere il documento intero, la procedura non è automatica, ma comunque molto semplice per chi ha già messo mano su del codice, bisogna seguire il seguente link: http://help.blogger.com/bin/answer.py?answer=42215&topic=8932


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giovedì, ottobre 05, 2006

Razzisti per necessità ma non xenofobi


( Scritto alle 5 del mattino, devo ancora fare il controllo grammaticale )

Con razzismo si indica la credenza della diseguaglianza tra le razze, o l'intolleranza per un gruppo di persone identificabile per una particolare caratteristica/e , come religione, colore della pelle ecc ecc.

Intollerare chi porta la cravatta, è razzismo, intollerare chi dice le parolaccie è razzismo, intollerare chi bestemmia è razzismo, odiare un gruppo di persone che hanno degli attenggiamenti fastidiosi (il fastidio è soggettivo) fa di noi dei razzisti.
A qualcuno non piace però essere etichettato come razzista, un individuo che si pronuncia su alcune tematiche come l'immigrazione, schierandosi contro, viene etichettato come razzista, il che rieccheggia nell'aria come una offesa.

Perchè la persona si offende se etichettata come tale?
Purtroppo, nel mare di terminologie usate a questo mondo, il razzismo viene confuso con la xeonofobia, che è una intolleranza per lo più infondata, generata dalla paura del diverso.
Se una persona parla in modo oggettivo dei problemi creati a causa dell'immigrazione clandestina, viene insultato con la parola razzista, la cosa è sbagliatissima, in quanto il razzismo non è un insulto, piuttosto una intolleranza a scopo difensivo, mentre lo potrebbe essere xenofobo, in quanto la paura è quasi sempre infondata.
Questa premessa, per evitare che qualcuno possa utilizzare nei miei confronti la parola razzista ad uso di insulto.
Mi son trovato spessissimo a parlare di un argomento scottante come l'immigrazione incontrollata di questi anni, e dei danni che causa, che sono tantissimi e ora andrò ad esporre, qualcuno di voi starà già pensando: "che imbecille che è questo qua, si metterà a fare i discorsi tipo Bossi della lega", non proprio, io ho le teorie mie e non le ho mai confrontate pienamente con quanto viene detto in giro.
Il primo problema dell'immigrazione, è che la parola immigrazione è diventata sinonimo di problema, l'immigrazione non è un problema, ma un fenomeno di interscambio tra diverse società, che contribuisce all'evoluzione della specie, in quanto mischiare le razze rende piu forti, a causa di alcune ben note leggi genetiche sulla ereditarietà delle tare, mischiare patrimoni genetici, di norma rafforza il nuovo individuo.
Nella storia, ogni volta che veniva scoperto un territorio nuovo, si andava a colonizzare, e nasceva l'immigrazione nella colonia, venne colonizzata l'america, e ogni clandestino che arrivava, doveva lasciare il prorio nome, per tenere un registro delle persone entranti, a scopo anche di sicurezza, oltre che di statistiche anagrafiche, e c'era tantissimo spazio, si poteva andare ovunque a popolare e costruire.
La situazione in Italia e in altri stati, non è più quella di una volta, l'immigrazione è diventata un problema, poi quando è clandestina ancora peggio, ma qualcuno non lo vuole ammettere, perchè si sentirebbe un razzista, anche se sarebbe meglio dire xenofobo.
Molto spesso la questione della delinquenza, è la prima che viene in mente pensando agli immigrati, in realtà l'immigrato ha già tanti problemi, vorrebbe solo lavorare per campare, ma se il lavoro non lo trova, diventa criminale.
Il problema non è quindi l'immigrato, ma l'incapacità di trovare lavoro alle persone che arrivano, visto che è un grosso problema dare lavoro agli stessi italiani, che se non trovano lavoro, o i soldi non bastano, diventano ladri pure loro.
L'Italia è un paese a tappo secondo me, è un bicchiere troppo pieno, l'immigrato si insedia nelle grandi città, dove cerca di aggregarsi in gruppi, e diffonde la sua cultura, nelle zone storiche e turistiche di una città, aprendo attività, e prendendo possesso di case, dove l'immigrato arriva, scende la sicurezza, c'è rischio di disordini, perchè c'è tanta gente che non ha piu nulla da perdere, gli affitti delle case crollano, il turismo cala, i locali tipici sono costretti a chiudere, e comincia un insediamento, che costringe chi era lì prima ad andarsene.
Il degrado che si va a creare, crea altra povertà, se il turista non porta soldi, non affitta la camera d'albergo, si va in fallimento, chi ha sete va a casa, non spende 4 o 5 euro nel Bar, cosa che invece fa il turista poco pratico del luogo.
L'immigrazione, ha causato uno snobbamento di alcuni lavori, qualcuno dice che se non ci fossero le badanti straniere, nessuno in italia starebbe dietro agli anziani, se non ci fosse qualcuno che pulisce il culo ai vecchi, nessuno lo farebbe se non per un sacco di soldi.
Mi sorge quindi una domanda: " Ma prima come facavamo ?".
Il problema è quindi questo, la creazione di lavori, moralmente deprecabili, come l'assistenza a un anziano, il muratore, l'agricoltore, fa diventare i ragazzi/e italiani dei "figli di papà", ci sono state alcune interviste ai giovani da parte delle televisioni, che hanno confermato questo disprezzo per alcune mansioni.
Ci sarebbero anche tutti degli altri piccoli problemucci che non andrò a trattare, ma uno mi sta a cuore in particolare, andiamo ad analizzare una certa situazione:
In una famiglia normale un padre al figlio fin dalla più tenera età, dà la paghetta, la prima raccomandazione è di non scialaquare il soldi in stupidaggini, ma questo perchè? Il ragazzino riceve dei soldi, sono suoi, perchè non può spenderli in quello che vuole?, la risposta è che il denaro dato in mano ad un ragazzino, è denaro perduto, è un investimento a perdere, non è come un acquisto di un bene per la casa, che mantiene comunque il suo vaolore per svariato tempo, e può anche essere rivenduto, ma una piccola falla che fa affondare anche se di poco la barca.
Quando il ragazzino cresce la paga aumenta, e vedere il proprio denaro andare via senta avere in cambio nulla di tangibile, diventa motivo di rabbia, ed è la stessa cosa che accade in italia, ma sembra che non se ne accorga nessuno.
La famiglia è lo stato con tutti i suoi abitanti, una gransissima famiglia, all'intento di questa grande famiglia c'è una certa quantità di denaro, questa famiglia manda via tantissimi soldi via, ma ritornano beni materiali che altri componenti della famiglia ricomprano, riconvertendoli in denaro, questo fa si che nel paese giri sempre il denaro, piu il denaro gira, più siamo ricchi tutti, purtroppo è necessario che il denaro da fare girare ci sia, altrimenti siamo tutti un poco piu poveri.
All'interno di questo contesto, esiste il ragazzino che prende i soldi della paghetta e li fa sparire, ma chi è ?, sono gli immigrati, che prendono il denaro guadagnato, e in taluni casi, lo spediscono fino al 90 percento al paese di origine, per aiutare la famiglia in difficoltà.
Questo denaro esce, ma non rientra nulla, è denaro buttato, denaro che non rientra in circolo, ed è tantissimo ogni anno, tantissimi soldi sono quelli provenienti dallo spaccio di stupefacienti da parte dei minori, che non vanno mai in galera, vendendo fumo (hashish)a 10/15 euro a grammo, guadagnano in un giorno, quello che non guadagno io in una settimana, nonostante questi enormi guadagni, non sono ricchi, ma sempre piu poveri, perchè hanno tanti fratelli nel paese di origine.
L'immigrazione è un problema, perchè non siamo in grado di supportarla, l'immigrazione è spreco di denaro pubblico e fuga di soldi dall'Italia, a danneggiare l'economia ci pensano già quei migliaia di Paperoni italiani che i soldi che hanno invece di farli girare, li tengono in deposito, non bisogna odiare gli stranieri, ma acettare il fatto che bisogna trovare al più presto una soluzione, per non finire come la Francia che si ritrova alla media di 14 aggressioni alla polizia giornaliere a causa del disagio degli immigrati nelle periferie.



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lunedì, ottobre 02, 2006

Autorizzazione Product Key Windows: che risate

Alcuni giorni fa ho pubblicato questa storia su treddi.com, non la re-incollo qua in blog, perchè è troppo lunga.

http://www.treddi.com/forum/index.php?showtopic=27385


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Grafico...una vita tra due mondi

Qualcuno si chiederà giustamente, cosa significa questa vita tra due mondi, uno è quello reale, l'altro è quello virtuale.
Attenzione, con virtuale non intendo una vita passata sul computer, intraprendendo relazioni sempre tramite chat ed e-mail, ma parlo del mondo parallelo, dove nascono personaggi, dove le idee della fantasia prendono forma pur rimanendo sempre incorporee, un luogo dove le leggi della fisica sono simulate, dove tutte le forme sono ricondotte a quelle più semplici dette primitive, e successivamente elaborate, dove qualsiasi cosa che vedi, non è altro che un insieme di triangoli con lati in comune, che vanno a formare strutture complessissime...è il mondo della grafica 3D.
Un mondo così distante dal modo di pensare della gente normale, il grafico 3d anche quando cammina per strada, mentalmente scompone tutto ciò che vede in solidi, ricerca l'essenzialità della forma, pensa che se un oggetto è così bello, merita certamente di essere riprodotto sul computer, e lo fa, prende qualsiasi cosa che ha sotto mano e lo modella sul suo programma preferito, ci passa una intera notte sopra, alla fine magari è solo una stupidissima penna o una tazza su un tavolo, eppure è felice e soddisfatto, e se ne va a letto contento alle 5 del mattino, preparato a sfoggiare il mattino dopo le sue profonde occhiaie e a raccontare a tutti la magia di quella stupenda notte, così propizia alla concentrazione e quindi alla creazione.


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Stop the war

Oggi in un attimo di riposo, ho deciso di ritoccare una fotografia che avevo fatto di fetta un po di giorni fa, la mano alla sinistra è la mia, quella alla destra è quella di un bambino, ho fatto un po' di fotoritocco ed ecco il risultato.
Il messaggio non si riferisce a nessuna guerra attuale, è un messaggio generico contro la violenza e la calpestazione dei diritti umani fondamentali, e in particolare. il diritto di un civile a vivere in tranquillità la propria vita, senza dover pagare per crimini non suoi.
La parola "Guerra" andrebbe pronunciata un pò meno spesso, si sà che le parole troppo inflazionate, perdono di forza e significato, si dice guerra, con la stessa facilità con cui si dice albero o cane, quando qualcuno dice guerra, la reazione dovrebbe essere un tonfo sordo dentro l'animo, un brivido lungo la schiena, qualcosa da temere e da cui tenersi alla larga.
Purtroppo questa guerra che si sta combattendo, rispetto alle altre, è veramente la più incomprensibile e folle, difficile pensare di poter fare qualcosa per cambiare le sorti di chi ci sta in mezzo.


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domenica, ottobre 01, 2006

Io...chi sono e cosa faccio

Potrei dilungarmi in un megapost di lunghezza infinita, dove racconterei di quello che ho fatto in questi anni, e del perchè sono così, ma nessuno lo leggerebbe, perchè sarebbe troppo lungo, e so che alla gente leggere troppo sul monitor non piace, poi ad alcuni leggere pensieri che superano le poche righe è quasi impossibile, quindi non lo farò.
Attualmente io sono, per lo stato, uno studente universitario, che contemporaneamente intraprende una carriera di libero professionista, per alcuni sono un demente, per alcuni un "Povero deficiente a cui hanno messo in casa una connessione internet", per qualcunaltro sono semplicemente una persona speciale.



Per me stesso, non sono niente, cambio così spesso opinione su di me che non mi giudico e non mi analizzo più, io sono tutto e non sono niente.
In sostanza la mia vita si svolge in codesto modo:
Metto in discussione le mie certezze, non mi fossilizzo su qualcosa, ho la mentalità aperta, non è che adoro cambiare idea in modo repentino e continuo, ma ho capito che è necessario a volte non tenere una posizione ferrea per alcune cose.
Sono un internettaro, ma non per scelta come una volta, ma per necessità, sono un lavoratore virtuale, il mio prodotto sono sequenze logiche di bit, che si incontrano e scontrano nella misteriosa, boleeana algebra.
I miei rapporti umani, spesso nascono da un dialogo tra la mia connessione e quella di una altra persona, ma per fortuna non è l'unico modo in cui conosco persone.
Adoro polemizzare, adoro schernire chi si atteggia da saccente e nulla sa, se non nozioni arcaiche, mai aggiornate nella mente, mi piace aggirarmi con la macchina fotografica, come un reporter in missione per un famoso giornale, disposto a correre qualunque rischio, pur di scattare una bella foto, adoro sentire il silenzio dentro di me ogni tanto, adoro evitare le situazioni banali, adoro suonare e cantare, assieme a chi ha piaciere di stare con me.
Adoro stare abbracciato disteso, in silenzio (possibilmente con una donna ), adoro giocare coi bambini, adoro fare tante cose, e certi giorni le stesse cose che adoro le odio.
Questi giorni la malattia che mi costringe a casa, mi sta rendendo iproduttivo, quando si perde la concentrazione sono guai, si diventa totalmente inutili e incapaci, vado a tentare di concentrarmi, sono costretto a terminare un grosso lavoro, è la mia missione, non fallirò.




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L'inizio di un Blog

3:36 , Domenica 1 Ottobre dell'anno 2006,
Scrivo questa data e subito penso che tanto essendo un blog la scriverà da sola, ma invece che cancellarla la lascio, la motivazione per cui quella data sta lì, è che mi ha dato la possibilità di iniziare a desrivere il perchè di quella data che sta lì, è curiosa la cosa, se non capite non preoccupatevi, ci vuole un certo modo di ragionare per apprendere la mia strategia (come dice sempre Anthony Robbins) che utilizzo per comunicare.
Mi ritrovo in mutande, a scrivere un blog, una persona normale andrebbe a dormire, una anormale scriverebbe un blog forse, ma io che appartengo ad una categoria a parte, scrivo un blog convinto che sarebbe meglio se fossi a dormire.

Facciamo una piccola premessa, anzi non è una premessa, ma il succo del post....
Secondo gli studi eseguiti su di me dall'istituto superiore tecnico industriale, si esatto studi, perchè se non l'avete ancora capito, la scuola non siete voi che studiate, ma è uno studio condotto su di voi per verificare la vostra compatibilità e idoneità con gli standard, risulta che sono incapace oltre che a risolvere integrali e derivate, anche di esprimermi con quel mezzo di comunicazione chiamato scrittura.
Nel triennio, nel mio particolare caso diventato quadriennio, il mio voto di tema non è mai stato superiore al 5, persino i tesserati del calcio prendevano voti più alti, considerando che da allora non ho più fatto un tema, teoricamente dovrei essere ai livelli grammaticali del trio Giurato- Biscardi-Totti, invece qualcuno ha osato dire che so scrivere, e anche in modo gradevole, a queste affermazioni il corpo della mia ex prof si rivolterebbe nella tomba, nel caso fosse defunta e non cremata ovviamente, ho dato retta a queste voci, e ho deciso di bloggare i miei pensieri, invece che lasciarli divagare per l'aere senza stelle, ove non fan germogliare nulla, mi spiego, evito di tenermeli per me così magari a qualcuno fa piacere leggerli, ho provato nei tempi passati a scriverli da qualche parte, ma mi son costati cari, non tutti vogliono leggere le cose che voi volete dire.
Scrivo e scrivo, scrivo e fisso il browser e penso, penso che se crasha e perdo quello che ho scritto non riuscirò a ri-scriverlo uguale, e se ne accorgeranno anche i vicini quando darò sfogo al mio disappunto ( non so se è la parola piu adatta, sicuramente no), penso che dovrò censurare tantissimi nomi, per impedire che qualcuno possa collegare fatti a persone, per poi ritrovarmi con le persone chiamate in causa incazzate a bussarmi alla porta :D.
Nel prossimo post, scriverò qualcosa su di me, per concludere volevo ringraziare me stesso, per non essermi mai adeguato alle regole e agli standard della società, mantenendo una mia identità definita, ringrazio anche una persona che chiamerò per nome visto che tutti credono che si chiami in una altro modo, ringrazio Enrico per essere quello che è, e per avermi aiutato a crescere.
Enrico dice: "Nella vita non bisogna mai perdere la persona più importante che abbiamo, non dobbiamo perdere noi stessi" (non era proprio così ), e per avermi aiutato a partorire questa gransissima massima:"La vita è uno sterminato campo di merda, molto adatto a far crescere un fiore, poi arriva qualcuno che caga anche sul fiore", la frase racchiude millenni di storia dell'umanità, è la sintesi estrema, il bignami dell'esistenza, con questo concludo, buona notte a me , e buon risveglio a voi.



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